DISK2002: Diabetici sul Kilimangiaro

La spedizione D.I.S.K.: il significato e il ruolo dell’a.N.I.A.D.

Poche ore mi dividono dalla partenza per Venezia dove mi unirò agli altri “Diskini” per iniziare la nostra esaltante avventura. In questi ultimi giorni la mia posta elettronica ed il mio telefono sono stati particolarmente caldi poiché il flusso di informazioni fra di noi si e’ moltiplicato . Ora che anche i bagagli sono pronti li’, davanti alla porta , posso finalmente sedermi e mi vengono spontanee alcune riflessioni che decido di trasmettervi . Era l’autunno del ’77 ed io giovane medico, aspirante diabetologo, firmai un certificato di esenzione dall’ora scolastica di Educazione Fisica per un giovane diabetico del Centro A.I.D. : allora si faceva ancora cosi’ ma in me si sviluppo’ un sentimento di ribellione verso questo ed altri atteggiamenti medici, che, pur comprensibili dal punto di vista dottrinario rendevano la vita del diabetico insulino-dipendente veramente insopportabile .
Ne parlai con il mio maestro , Prof. Andrea W. D’Agostino , che condivise pienamente con me il problema ed anzi mi sprono’ a fare qualcosa per migliorare quella che allora non veniva ancora chiamata “qualita’ della vita “.
Nacque di li’ a poco l’Associazione Sportiva Giovani Diabetici che, tra un certo disinteresse e un po’ di ironia della Comunita’ Diabetologica getto’ il seme per la costituzione dell’Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici (A.N.I.A.D.); poi il congresso di Paestum 1994 che ufficializzo’ l’importanza di Diabete e Sport in Italia e che mi permise di conoscere tanti atleti diabetici (piu’ di quanti io stesso pensavo esistessero) tre dei quali (Vittorio Casiraghi , Alberto Ghelli e Marco Peruffo ) mi saranno compagni nel DISK. E poi altre tappe importanti che hanno consentito all’ANIAD di avere un ruolo riconosciuto nella Diabetologia Italiana .
Ci siamo preparati puntigliosamente per questa impresa dal punto di vista fisico, diabetologico e, credo, anche morale.
Molti di noi (spero tutti) arriveranno a 5895 m all’ Uhuru Peak e sara’ un segnale forte della crescita matura della Diabetologia Italiana e del ruolo straordinariamente educativo che l’esercizio fisico consapevole ha nella vita del diabetico. Forse da domani chi malauguratamente scoprirà di avere questa malattia saprà che, nonostante tutto, può sperare in una vita lunga e qualitativamente eccellente. Dimessamente e senza enfasi sento il bisogno di ringraziare l’AMD e in particolare il Presidente Marco Comaschi che ha da subito interpretato al meglio il significato della nostra spedizione , la Bayer per il generoso contributo e l’assistenza continua, l’infaticabile Mario Zolli , Marco Salzano e Giampiero Aguglia che, seppur non presenti, condividono con me sogni e progetti dell’ANIAD.
A tutti gli atleti diabetici che ho conosciuto in questi anni dico: ARRIVEDERCI A PRESTO !!!
Dott. Gerardo Corigliano