ABC, 27 settembre 2002
Oggi, dopo l’ennesima notte con vento e nevischio, verso l’ora di pranzo si è aperta una finestra di sole. Giampaolo, Beppe, Marco e Paolo Cerin sono letteralmente schizzati al C1 per verificare i danni alle tende dopo gli effetti malefici di questo benedetto monsone che non ci vuole mollare. Durante il percorso sulla morena del ghiacciaio del Gyabrag, Paolo ha deciso di rientrare per evitare contrattempi “organici”; in questi diciassette giorni di permanenza all’ABC la dissenteria è stata nostra fedele compagna. In poco più di due ore il nostro baldo manipolo ha raggiunto l’inizio dello sperone, luogo deputato al C1. Equipaggiati di nastro argentato (per allontanare vampiri e budda draculanti), paletta e secchiello da mare, i nostri hanno rattoppato due tende afflitte da evidenti squarci e migliorato gli ancoraggi e constatato la totale “coventrizzazione” della terza tenda. Inoltre è stato riscontrato il furto dei due sacchi piuma da altissima quota (alla faccia della morale degli alpinisti di tutto il mondo, dei 6470 metri di quota e della nobilissima popolazione sherpa: non sapendo chi ringraziare non si esclude nessuno). Domani i programmi sono tutti da inventare a seconda della gente disponibile a salire, delle condizioni climatiche e a questo punto della determinazione del gruppo. Il tempo è agli sgoccioli ma la “testa e le recie” tengono e sono all’erta. Tutto il gruppo, metro più metro meno, ha già raggiunto quota 7000, ma se possibile non ci si accontenta. La vita nell’ultima settimana è stata scandita dalla tenda mensa, dalle tendine individuali e da fiumi di parole e discussioni e qualche torneo di scacchi e scala quaranta. – 9 alla partenza dall’ABC, dunque gambe in spalle e preghiere collettive per sole e assenza di jet stream (venti d’alta quota) sopra il C2.
Ad impossibilia nemo tenetur!
Marco Peruffo
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