“Meglio aggiungere vita agli anni, che anni alla vita”: Andrea Fazi racconta la sua esperienza di istruttore subacqueo per Diabete Sommerso

“Occhio ragazzi, che l’acqua non si respira”.
Alias: “Ragazzi, la subacquea è una faccenda seria, la sicurezza viene prima di tutto”.
Lo dice Andrea Fazi, istruttore volontario per Diabete Sommerso.

Questa è la premessa – la necessaria, importantissima, premessa – ma il cuore pulsante della questione è un altro, e si chiama bellezza.
Perché quello che si trova là sotto, in quel mondo sottosopra, ricco e magnifico, è qualcosa “che dovrebbe essere alla portata di tutti”. Ed ecco perché, ormai molti anni fa, Andrea si è prodigato affinché anche coloro che devono destreggiarsi col diabete ne avessero libero accesso.
Ero una guida subacquea, poi ho cominciato a interessarmi al tema diabete e immersioni. Siccome ho questo vizio di schierarmi a favore delle “cause perse”, o apparentemente tali, ho cercato di documentarmi. Le ipoglicemie non mi spaventavano, sono infermiere 118 e già dal 2001 gestivo emergenze ben più serie di un’ipoglicemia. Ho trovato una pubblicazione statunitense: era già stato prodotto del materiale su questo tema. Ho poi contattato DAN Europe e mi è stato detto che esisteva un progetto pilota in Italia e che era seguito dal Professor Bonomo presso l’ospedale Niguarda di Milano. E da lì è iniziato tutto“.
Ah, ecco. Ora mi è chiaro. Ecco come iniziano storie come questa: attraverso l’aggregazione di persone che prendono una causa persa, o quasi persa, e si prodigano con tutte le forze che hanno in corpo affinché la situazione cambi, radicalmente, fino al punto che impossibile diventa possibile.

È accaduto, in questo caso, e se guardiamo bene, accade di continuo. E continuerà ad accadere finché qualcuno avrà quella benedetta dose di follia che ci spinge oltre.
Oltre e, in questo caso, a favore degli altri.
“Ci siamo resi conto che le persone che seguivano il corso riscontravano un miglioramento della qualità della vita, sia in termini di relazione che in termini di emoglobina glicosilata, noto parametro di buona gestione del diabete. Alcuni non avevano un metodo nel gestire l’assetto glicemico: il protocollo che utilizziamo sott’acqua serve anche nella vita normale.
E poi c’è quel mondo blu, dove non ci sono parole, ma solo silenzio e sguardi. Un luogo misterioso nel quale mettersi la maschera da sub significa togliersi tutte le altre.
“Ci deve essere un rapporto di fiducia totale tra allievo e istruttore. Si può comunicare solo attraverso gli occhi e negli occhi dei miei allievi leggo tutte le emozioni che li attraversano. Si instaurano sempre relazioni autentiche, all’interno di una dimensione intima. È impossibile mentire.”
“La paura fa parte del gioco, la subacquea è sfidante e proprio per questo porta un appagamento grande, oltre a una sentita motivazione verso il cambiamento. Ricordiamo sempre che non è il paziente a doversi adattare alla terapia, ma viceversa”.

Dal 23 al 30 giugno si terrà il corso Corso Open Water di Diabete Sommerso, una settimana di didattica subacquea. Si svolgeranno contemporaneamente corsi di diverso livello, sia per neofiti, sia per coloro che hanno già un brevetto e desiderano prenderne altri (corso di Rescue Diver, Advanced Open Water Diver, corso Nitrox).
“E quanto tempo, della tua vita, dedichi a questo progetto?”
“Mi occupa molto tempo e non è semplice conciliare tutto, ma io penso che se scegli una vita di volontariato, si tratta sempre di un volontariato condiviso. Lo faccio io, materialmente, ma lo fa anche tutta la mia famiglia, appoggiandomi. Quando vedo i benefici che questo porta nella vita delle persone, mi sento appagato e ripagato di tutto.
Ricordo che a Favignana, dopo aver ricevuto un brevetto, un ragazzo piangeva per la gioia e per l’ emozione. Del resto, come uomini, ma anche soprattutto come professionisti della salute, siamo a questo mondo per aggiungere vita agli anni e non solo anni alla vita”.

Ora, a forza di vincerle, le cause perse, si è arrivati a due traguardi importantissimi, entrambi raggiunti nel 2018.
La SID, Società Italiana di Diabetologia, ha inserito l’attività subacquea tra le attività sportive possibili alle persone con diabete, recependo in pieno il lavoro svolto dalla nostra onlus; a seguire, l’agenzia didattica più famosa al mondo, PADI, ha inserito all’interno dei suoi percorsi educativi il protocollo creato da Diabete Sommerso, riconoscendolo ufficialmente. Quindi oggi, un sub col diabete può immergersi ovunque nel mondo. Puntiamo sul fatto che la persona con diabete abbia sempre meno limiti. La prudenza è necessaria, ma non dev’essere soffocante”.

“E il futuro come lo vedi?”
“Blu, ovviamente!”

A cura di Patrizia Dall’Argine