Troppo dolci quelle bibite
Si confermano le insidie nascoste nel consumo eccessivo di bevande zuccherate: dopo le numerose indagini svolte in Usa, anche ricerche effettuate in Europa attestano il nesso tra questa cattiva abitudine e l’insorgenza del diabete di tipo 2
Numerosi studi hanno dimostrato da tempo, negli Stati Uniti, una stretta associazione tra la crescente diffusione dell’obesità e del diabete nella popolazione e il parallelo incremento del consumo di bevande e succhi di frutta zuccherati. Del tutto recentemente, una conferma del rapporto esistente tra aumento del consumo di bevande zuccherate e incidenza di diabete di tipo 2 è venuta anche dall’Europa e particolarmente da uno studio assai autorevole al quale hanno partecipato otto Paesi europei: lo studio “Epic-InterAct” dove Epic sta per “European prospective investigation into cancer and nutrition”. L’autorevolezza dello studio consiste nelle sue dimensioni. Infatti, in 8 coorti provenienti da altrettanti Paesi d’Europa, sono stati registrati, dal 1991 al 2007, 12.400 nuovi casi di diabete e, in questa ampia casistica, è stato dimostrato che l’aumento giornaliero del consumo di una sola lattina di bevanda zuccherata o di succo di frutta intero arricchito di zucchero comporta un aumento del rischio di sviluppare il diabete del 22%. È logico ritenere che il maggior rischio sia legato all’aumento del peso corporeo dovuto a una introduzione extra di calorie e/o all’elevato indice glicemico degli zuccheri semplici con incremento della resistenza insulinica. Un maggiore rischio di diabete è stato anche riferito al consumo di bevande addolcite artificialmente senza che questo raggiungesse peraltro una significatività statistica.
Anche una indagine separata condotta sulla coorte europea dello studio Epic conferma questi risultati, ampliando l’allarme sul rischio indotto da una abitudine ormai assai diffusa anche in Eutopa. Secondo lo studio Epic, dal 1992 al 2000, in Europa, il 2,5% della introduzione di carboidrati era da riferire all’uso di bevande zuccherate, una quota assai inferiore al 10,4% registrato dal Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti negli anni 1994-96, ma ciononostante responsabile di effetti assai negativi sulla salute della popolazione. È significativa al proposito la decisione del sindaco di New York Michael Bloomberg, che, sulla scorta di questi dati, mise al bando le confezioni sovradimensionate di bevande zuccherate da ristoranti, cinema e altri luoghi di vendita. Questa decisione, che andava peraltro contro la libertà individuale di scelta, è stata bloccata da un giudice proprio lo scorso marzo. Una corretta educazione alimentare rimane perciò l’unico mezzo per moderare l’uso delle bevande zuccherate da parte della popolazione in generale e, specialmente, dei giovani.
PER SAPERNE DI PIÙ
• Romaguera D, et al. Consumption of sweet beverages and type 2 diabetes incidence in European adults: results from EPIC-InterAct. Diabetologia 2013; DOI: 10.1007/s00125-013-2899-8.
• Fagherazzi G et al. Consumption of artificially and sugar-sweetened beverages and incident type 2 diabetes in the Etude Epidémiologique auprès des femmes de la Mutuelle générale de l’éducation nationale-European prospective investigation into cancer and nutrition cohort. Am J Clin Nutr 2013; 97: 517-23.