Troppa dolcezza minaccia il cuore
Attenzione alle bevande zuccherate, succhi di frutta compresi: abusarne aumenta sia il rischio di diabete sia quello di problemi cardiovascolari
L’uso eccessivo di bevande zuccherate non soltanto aumenta il rischio di diabete di tipi 2, ma anche di eventi cardiovascolari. Ciò è quanto è stato dimostrato da una nuova analisi compiuta sugli uomini partecipanti allo Health professional study dal dottor Lawrence de Koning e colleghi del Children’s Hospital di Boston (Massachusetts, Usa) e pubblicata on line su Circulation (cfr de Koning L et al. Sweetened beverage consumption, incident coronary heart disease and biomarkersofrisk in men.Circulation 2012;DOI: 10.1161/CIRCULATIONAHA.111.067017). I risultati non sono confinati al sesso maschile perché dati sovrapponibili erano stati ottenuti anche nel Nurses’ Health Study.
In 22 anni di follow-up sono stati osservati 3683 casi di malattia coronarica e i soggetti nel quartile superiore di consumo di bevande zuccherate, corrispondente all’uso di una bevanda al giorno, presentavano un rischio di cardiopatia coronarica superiore del 20% rispetto a coloro che si trovavano nel quartile inferiore dopo aggiustamento per tutta una serie di fattori di rischio. Viceversa, il consumo di bevande zuccherate artificialmente non era associato in modo significativo al rischio di malattia coronarica.
A prescindere dal rischio di diabete, l’assunzione frequente di bevande zuccherate è associata all’aumento dei trigliceridi e alla riduzione del colesterolo Hdl nonché all’aumento di diversi mediatori circolanti dell’infiammazione, come la proteina C reattiva, l’interleuchina 6 (IL-6) e il recettore del tumor-necrosis-factor (TNFr1) e alla riduzione della leptina. L’infiammazione è una componente patogenetica fondamentale del diabete come delle malattie cardiovascolari e potrebbe perciò rappresentare il meccanismo che media l’effetto aterogeno delle bevande zuccherate.
È perciò importante che ai pazienti con malattie cardiovascolari o con elevati fattori di rischio venga sconsigliato l’uso di bevande zuccherate, ivi inclusi i succhi di frutta, così come viene consigliata loro l’astensione dal fumo o l’avvio alla pratica dell’esercizio fisico.
Attenzione al fegato “grasso”
Uno studio sudcoreano, pubblicato sul numero di aprile di Diabetes Care (Sung K-C et al. Combined influence of insulin resistance, overweight/obesity, and fatty liver as risk factors for type 2 diabetes. Diabetes Care 2012; 35: 717-22), eseguito su oltre 12.000 soggetti non diabetici esaminati in condizioni di base nel 2003 e successivamente, a distanza di cinque anni, nel 2008, ha dimostrato che i fattori di rischio di maggior peso per la futura comparsa di diabete di tipo 2 sono la presenza di obesità o sovrappeso (indice di massa corporea-Bmi ≥ 25), di steatosi epatica e di resistenza insulinica. Quando tutti e tre i fattori di rischio sono presenti nello stesso soggetto, la loro capacità predittiva è massima. Dei tre fattori di rischio considerati singolarmente, l’obesità isolata ha il minor peso, mentre la resistenza insulinica ha il maggiore indice predittivo.
Ciascuno dei tre fattori di rischio riconosce meccanismi fisiopatologici diversi ed è correlato con il diabete in maniera indipendente. Dall’impiego di approcci terapeutici diversi per ciascun fattore di rischio ci si può perciò attendere un notevole impatto nella prevenzione del diabete di tipo 2.