Lanzarote.
Cosa si pensa quando si pensa a Lanzarote?
Alle Canarie. A un bagno di sole e mare, no?
Si pensa al parco Nazionale Timanfaya, ai paesaggi vulcanici, e alle grotte.
Lanzarote nominata riserva della biosfera dall’UNESCO.
Un posto divino.
Un posto nel quale riposare le membra, i pensieri. Un posto nel quale distendersi, abbandonarsi. Lasciar fluire, non correre.
Per molti è così, ma non per tutti.
Non sarà così per Luca che a Lanzarote proverà a concludere l’Ironman che si svolgerà il 26 maggio.
Tre discipline durissime, così riassunte: 3,9 km nuotando in mare aperto, 180 km di bicicletta, 42 km di maratona. Per noi comuni mortali, un’impresa anche solo difficile da immaginare.
Per questo, del resto, li chiamano “uomini di ferro”.
Per quel fisico che è stato allenato con dedizione, giorno per giorno; per quella mente che ha imparato a controllare la fatica, a resistere, a sostenere; per quella determinazione profondissima, che fa stringere i denti anche quando proprio il corpo non ne può più.
Uomini di ferro.
Uomini resilienti.
Luca ha il diabete. Luca ha un andamento glicemico altalenante e di difficilissima gestione.
Luca sa che non è semplice, proprio non lo è, ma il 26 maggio 2018 sarà ugualmente a Lanzarote.
È l’amore per la sfida, è la passione per lo sport, per la fatica, per quel movimento mai uguale a sé stesso, per quel sentire che ce la fai, anche in iperglicemia e anche in ipo.
E se non ce la fai aspetti, correggi, comprendi, non ti fai prendere dal panico.
Il diabete arriva a 21 anni. “Mi addormentavo sui libri… e più del solito”, mi dice ridendo.
“Subito non avevo compreso la caratura di ciò che stava accadendo, poi mi hanno dato una dieta rigorosissima e mi hanno tolto il calcio, la mia passione. Alla fine del primo anno, questa nuova vita sembrava insostenibile”.
Come spesso accade, l’incontro con le persone giuste cambia profondamente il punto di vista. Il calcolo dei carboidrati gli permette di mangiare di tutto, e sì, gli dicono, puoi fare sport.
Non togliere lo sport a uno sportivo… ne morirebbe.
Non togliere l’avventura a chi ce l’ha nel sangue… non riuscirai
E non togliere la sfida a chi vive di sfide… l’andrà a cercare, se l’andrà a riprendere. Garantito. Nuoterà per 3,9 km, pedalerà per altri 180 e ne correrà 42 per andarsela a riprendere.
Non si ferma il vento, soprattutto quello interiore.
Ma la cosa che più mi stupisce è la grande leggerezza con cui Luca ha accolto e raccolto questo progetto: “Mi devo divertire, in primis… Se tutto questo dovesse diventare un peso, non avrebbe più alcun senso”. Il divertimento, in effetti, di fronte a imprese di questo calibro si perde un po’ di vista. E invece lui lo tiene presente, come parte essenziale, parte integrante dell’avventura.
Leggerezza, insomma. Evitare di prendersi troppo sul serio, insomma.
Ogni giorno Luca segue un programma di allenamenti in bicicletta o corsa o nuoto, a volte combinati assieme. Ha constatato che la glicemia scende in bicicletta e sale dopo il nuoto e durante la corsa. È tutta una continua scoperta… un continuo reinventarsi e comprendere ciò che sta accadendo dentro.
“Il diabete è una faccenda molto soggettiva”, mi dice.
Mi racconta di come, nel suo caso, avesse effetti sull’umore. Ha capito col tempo che sentirsi depresso o triste o confuso aveva fortemente a che fare con cali glicemici.
Ha compreso come la mancanza o meno di zucchero nel sangue influenzasse i suoi stati d’animo e di conseguenza i rapporti con chi gli stava accanto. “È chimica, non psicologia”.
Potete seguire la sua grande avventura qui: www.facebook.com/DiabeteSportChallenge/
La pagina è gestita da Christian Rodero, un collaboratore ed amico, e dalla moglie di Luca, Federica: “tutta la famiglia è coinvolta”, mi racconta.
La famiglia certo, il primo nucleo della nostra esistenza. Ma anche le persone che lo allenano, Massimiliano Evangelisti, Fabio Bernardi, Marta Sandri che cura e consiglia la sua alimentazione, gli amici, le associazioni che lo sostengono (tra cui l’ANMIC di Rimini, l’associazione Diabete Romagna Onlus e A.N.I.A.D. Emilia Romagna) e tutti coloro che guardano questa impresa da lontano.
Tutti coloro che non lo conoscono personalmente, ma che riconoscono quel guizzo creativo, quel fuoco che non ti garantisce – è certo – la vittoria, ma di sicuro ti farà fare di tutto per andartela a prendere.
Patrizia Dall’Argine