Diabetici da medaglia

UOMINI E DONNE CHE RESISTONO
Diabetici da medaglia

Diagnosticati da più di cinquant’anni, stanno bene e non hanno complicanze, e sono quasi tutti  over 65: sembrano avere fattori di protezione ancora sconosciuti. E il Joslin diabetes center li premia con un riconoscimento ufficiale

di Paolo Brunetti
Il dottor George King e i suoi collaboratori, del prestigioso istituto americano Joslin Diabetes Center, hanno condotto un’indagine  su 351 diabetici di tipo 1 che, avendo superato i 50 anni di diabete, avevano ricevuto, fra il 1997 ed il 2007, la medaglia che il Joslin assegna a chi totalizza questa durata di diabete e che perciò vengono definiti “medalists”.  Si tratta di186 donne (53%) e 165 uomini (47%) con un’età media di 67,5 anni, una durata media del diabete di 56,5 anni e un’età media alla insorgenza del diabete, di 11 anni. Tutti sono stati sottoposti a una accurata indagine per la diagnosi e l’analisi delle complicanze microangiopatiche (retinopatia, nefropatia e neuropatia) e cardiovascolari e ne è stata valutata la correlazione con il controllo glicemico (basandosi sui valori della emoglobina glicata), l’assetto lipidico e la concentrazione di prodotti avanzati della glicazione (Age, advanced glycation endproducts).

Da questa ricerca è emerso che una percentuale notevole dei soggetti studiati era, dopo 50 anni di patologia e oltre, indenne da complicanze. In particolare, il 42,6% dei pazienti era indenne da retinopatia proliferativa, l’86,9 % da nefropatia, il 39,4% da neuropatia e il 51.5% da complicanze cardiovascolari. E’ stato anche rilevato che il 96% dei medalist che non avevano sviluppato una retinopatia proliferativa nei primi 17 anni di follow up, non presentarono in seguito alcun peggioramento.

Inoltre, non è stata notata alcuna correlazione fra la presenza di complicanze e il controllo glicemico indagato attraverso la glicata. Il valore medio era 7,3% con un’ampia oscillazione fra il 5 e il 14%. Analogamente, non fu notata una correlazione delle complicanze microangiopatiche con i valori di pressione arteriosa sistolica e diastolica.

Data l’assenza di correlazione fra emoglobina glicata e complicanze, è stato indagato il ruolo di alcuni prodotti avanzati della glicazione. Concentrazioni plasmatiche elevate di pentosidina, un prodotto di glicossidazione, e di carbossietil-lisina, un Age derivato dal gliossale, si associano a una maggiore frequenza di complicanze. Viceversa, un’alta concentrazione di carbossimetil-lisina sembra avere un effetto protettivo.

La scarsa presenza di complicanze in diabetici di tipo 1 di lunga durata, indipendente dal controllo metabolico, richiama l’attenzione sulla presenza, in questi soggetti, di fattori protettivi non individuati, capaci di contrastare l’effetto tossico della iperglicemia. Dallo studio dei medalist possono derivare utili indicazioni per una migliore comprensione della patogenesi delle complicanze croniche del diabete e per la loro prevenzione.

Per approfondire: Sun JK et al, Protection from retinopathy and other complications in patients with type 1 diabetes of extreme duration.The Joslin 50-year medalist study. Diabetes Care 2011; 34:968–974.