Attualità
Donne, occhio al tipo 2
Una campagna promossa da Onda
Dopo i cinquant’anni il rischio è maggiore che per gli uomini: è importante fare movimento e seguire un’alimentazione bilanciata. Una conferenza a Milano dedicata soprattutto alle signore
L’Osservatorio nazionale sulla salute della donna. più noto come Onda, lancia una campagna di comunicazione e prevenzione rivolta alle donne, invitandole a fare movimento e a evitare di fare la spesa prima di pranzo, in modo che l’appetito incombente non solleciti esagerati acquisti di cibo.
Onda ha rilevato che per le donne il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 è maggiore che per gli uomini, soprattutto dopo i cinquant’anni, all’arrivo della menopausa. Inoltre, sono spesso le donne a essere protagoniste del diabete altrui -del marito, dei figli, della madre- perché, come hanno dimostrato alcune inchieste, sono di solito loro a interpretare il ruolo di caregiver, cioè di chi aiuta in vari modi la persona con diabete a gestire la propria condizione. Da qui l’idea, come spiega Francesca Merzagora, presidente di Onda, di “declinare il diabete al femminile” e di organizzare una conferenza (tenutasi a Milano nelle scorse settimane e parte della campagna) intitolata “Diabete: impariamo ad affrontarlo” e rivolta anzitutto alle signore.
Osserva in proposito Stefano Genovese, responsabile della diabetologia all’Istituto Humanitas di Milano: “La menopausa è un’età di grande cambiamento per la donna: può subire un aumento di peso, si trova a sopportare problematiche di salute correlate, rimane un po’ più sola nell’ambiente familiare, magari è in pensione e tende a una maggiore sedentarietà. È proprio in questa fase il diabete può fare la sua comparsa e complicare una condizione già delicata”.
Mangiare troppo e muoversi poco -con il conseguente rischio di aumentare di peso- sono le prime cattive abitudini da cui stare lontani. “Non è mai troppo tardi per iniziare l'attività fisica -argomenta Genovese- anche se con attenzione, perché il movimento, come ogni medicina, va prescritto su misura, a seconda delle caratteristiche del singolo paziente. È importante considerare, per esempio, età e peso. E come tutte le cure deve essere seguita con attenzione e convinzione. A 50-60 anni il tempo alle donne spesso non manca. Chi è tonica può pensare al cardiofitness in una palestra, chi è in sovrappeso può ottenere benefici anche lasciando la macchina a casa e passeggiare fino al supermercato a piedi. Se una donna è più anziana, è ottima la ginnastica in acqua perché non pesa sulle articolazioni".
Controllarsi a tavola è l’altro precetto base da osservare: una regola da rispettare senza farne un dramma: “Limitare i cibi contenenti zuccheri semplici o con indice glicemico elevato come pane, pasta, dolci non è una condanna -commenta infatti Andrea Mangiagalli, medico di medicina generale della Asl 2 di Milano- Può essere l'occasione per scoprire che esistono ottimi piatti leggeri e saporiti per nulla pericolosi”.
Mangiagalli tiene a sottolineare che “la terapia del diabete di tipo 2 è soprattutto una terapia comportamentale”. E ricorda che uno dei comportamenti da evitare è quello di andare a fare la spesa prima di pranzo, quando il picco insulinico è alto: “Si è scoperto infatti -spiega- che in questi casi, soprattutto le donne, tendono ad acquistare cibo ‘proibito’ e in quantità eccessiva per loro e per i loro familiari”. E poi attenzione al marketing, alle “offerte famiglia” e alle confezioni troppo grandi: “L’obiettivo -prosegue il medico- è far acquistare più cibo di quello che realmente serve. Non molti anni fa la spesa era una operazione quotidiana, svolta con grande attenzione per consumare tutto e non sprecare nulla. Oggi non è più così. E una delle conseguenze è l'eccesso di cibo in casa, quindi la possibilità che la disponibilità pressoché infinita si traduca in un consumo inutile di calorie durante la giornata”.