Editoriale – La chiave giusta per una vita serena

La chiave giusta per una vita serena

Qualche tempo fa, in una intervista al nostro giornale, il diabetologo Gerardo Corigliano rifletteva sul rapporto medico-paziente, ricordando che un tempo lo specialista tendeva a ottenere che la persona con diabete avesse una buona emoglobina glicata, ma poco o nulla si preoccupava se fosse felice, se avesse una vita piena, quanto pesassero su di lui rinunce e frustrazioni. “Oggi non più -sottolineava- noi vogliamo ottenere una salute nel senso definito dalla Organizzazione mondiale della sanità, cioè benessere fisico strettamente unito al benessere psichico”. Di qui il suo personale impegno con l’Aniad nel portare i diabetici alla pratica sportiva, che non fa bene soltanto al fisico, ma gratifica anche lo spirito.

In effetti, il lato psicologico della salute, specialmente quando si deve gestire una condizione difficile come il diabete è della massima importanza e va seguito e curato non meno di quello strettamente fisico. Vari studi nazionali e internazionali (tra i quali la nota indagine Dawn) hanno messo in luce il disagio di chi si imbatte in questa patologia e deve portarsela dietro per tutta la vita. Dati di pochi anni fa ci rivelavano che l’85% dei soggetti reagisce alla diagnosi di diabete sentendosi scioccato, arrabbiato, angosciato, depresso, abbandonato e persino colpevole. Ma i problemi non cessano quando si supera la fase di shock e rifiuto: nel corso della convivenza con il diabete, tre individui su quattro soffrono di timori riguardanti le complicanze e si sentono preoccupati per il loro futuro; il 20% accusa depressione; il 60% denuncia stati di stress.

Su queste ansie e paure crediamo che si debba lavorare di più, con un approccio più approfondito alla sfera mentale, psicologica, delle persone: per ottenere quella buona qualità della vita (nel senso indicato dall’Oms), che certo deve avere come base l’equilibrio glicemico e metabolico e la prevenzione delle complicanze, ma che non può prescindere dalla serenità d’animo, fondata sul fatto (dimostrato da tanti esempi concreti) che il diabete può essere tenuto sotto controllo e che non impedisce affatto un’esistenza piena e anche felice.