Glicemia, ti tengo d’occhio

NUOVI MICROINFUSORI PERMETTONO COSTANTE CONTROLLO

Glicemia, ti tengo d’occhio

Gli strumenti più avanzati danno la possibilità di sorvegliare meglio l’andamento glicemico e di bilanciare più accuratamente e tempestivamente terapia insulinica e dieta

Vediamo come funzionano i più moderni apparecchi di controllo continuo della glicemia tramite sensori ad ago. Il sensore, di minime dimensioni, viene facilmente posizionato nel tessuto sottocutaneo, con un apposito insertore. E’ così in grado di misurare la concentrazione del glucosio nel liquido interstiziale ogni 10 secondi e di trasmettere al monitor il valore medio della glicemia ogni 5 minuti. Per far questo, il sensore è collegato con un trasmettitore di piccolissime dimensioni che invia i segnali al monitor senza l’impiego di cavi (modalità wireless). Il monitor può essere portato agevolmente alla cintura, o sotto gli abiti o in una borsa. Sia il sensore sia il monitor sono impermeabili all’acqua e non pongono perciò limitazioni in tal senso (doccia, nuoto, eccetera) al paziente.
Un ulteriore progresso nello sviluppo di questa tecnologia è rappresentato dalla realizzazione di microinfusori già provvisti, al loro interno, del sistema di monitoraggio continuo della glicemia. In questo caso, il microinfusore presenterà un display sul quale saranno visibili, oltre al valore glicemico attuale, il grafico dell’andamento delle glicemie in tempo reale e alcuni indicatori che mostreranno la tendenza all’aumento o alla diminuzione della glicemia.
Grazie a un programma di elaborazione dei dati ottenuti dal sensore, il monitor è anche in grado di prevedere, con un anticipo da 5 a 30 minuti, l’imminente occorrenza di un episodio ipo o iperglicemico, segnalando questa eventualità con gli indicatori presenti sul display ed emettendo un segnale acustico al livello glicemico desiderato per individuare gli episodi ipoglicemici (per esempio, glicemia <70 mg/dL) o iperglicemici (glicemia >180 mg/dL). Queste opzioni consentono di riconoscere ogni deviazione della glicemia dall’ambito desiderato e di mettere in atto i provvedimenti necessari prima che l’ipoglicemia o l’iperglicemia si manifestino nelle forme più conclamate. E’ implicito che nella previsione di una ipoglicemia il paziente potrà provvedere in anticipo a ingerire una quota di carboidrati, così come sarà possibile prevenire l’aggravamento di una iperglicemia in atto mediante l’erogazione di un bolo aggiuntivo di insulina. In tal modo, sarà possibile evitare pericolose crisi ipoglicemiche, contenere le iperglicemie e, infine, ridurre al minimo la variabilità giornaliera della glicemia.
E’ importante sottolineare al proposito che, prima di ogni decisione di intervento, si deve procedere alla verifica dell’informazione ottenuta dal monitor, mediante la misurazione della glicemia mediante striscia reattiva e apparecchio.
Con il fine di evitare picchi iperglicemici postprandiali, è stato anche elaborato un programma che consente di calcolare in maniera automatica l’entità del bolo di insulina da somministrare prima del pasto, sulla base di alcuni dati forniti dal paziente. I dati richiesti sono il valore della glicemia attuale e il valore target della glicemia postprandiale, la quantità di carboidrati contenuti nel pasto che ci si appresta ad assumere, il grado di sensibilità individuale all’insulina, stabilito mediante specifici parametri, il rapporto insulina/carboidrati e la dose di insulina somministrata in precedenza. Questa funzione consente una maggiore flessibilità nella scelta della dieta, evitando al paziente di dover consumare pasti troppo ripetitivi nella loro composizione, specie per quel che riguarda il contenuto di carboidrati. Il bolo preprandiale di insulina deve infatti essere calcolato sulla base della quantità di carboidrati da ingerire e secondo un rapporto insulina/carboidrati che, a seconda della sensibilità individuale all’insulina, può variare all’incirca, da 1:10 a 1:15.
La maggior parte degli studi è concorde nel dimostrare che la tecnologia dell’infusione sottocutanea continua di insulina, integrata con il monitoraggio continuo della glicemia, è in grado di ridurre l’HbA1c, dopo 3-6 mesi, di circa l’1%, rispetto alla infusione condotta con il solo ausilio dell’automonitoraggio della glicemia. Inoltre, il monitoraggio continuo della glicemia consente a un maggior numero di pazienti di raggiungere l’obiettivo di una HbA1c <7%.
Per ottenere i massimi benefici possibili dal monitoraggio continuo della glicemia, è necessario utilizzare il sistema in modo permanente o, comunque, per una quota di tempo almeno superiore al 70%. Tuttavia, anche tempi di impiego inferiori possono dare utili indicazioni sulle modifiche da apportare allo schema di terapia (modifica del rapporto fra insulina basale e insulina totale, variazione dei boli o introduzione di boli supplementari, aggiustamenti del modello dietetico eccetera).
La terapia infusionale associata al monitoraggio continuo della glicemia richiede una adeguata istruzione all’uso dello strumento e non può considerarsi una soluzione adatta a tutti i pazienti. Richiede infatti, insieme con una capacità gestionale dello strumento, oggi peraltro assai comune fra i giovani, una importante motivazione. Se il paziente è sufficientemente motivato a dedicare un certo impegno alla lettura e alla interpretazione dei dati glicemici, peraltro facilitata dal sistema di elaborazione dati incluso nel monitor, e al conseguente aggiustamento del modello terapeutico, sarà, oltre che meglio controllato sul piano metabolico, più rassicurato e cosciente della efficacia del trattamento e meno oberato dalle preoccupazioni derivanti dalla sua condizione.

DUE STUDI DELLA JDRF
Risultati incoraggianti

La Juvenile diabetes research foundation (Jdrf) ha condotto due studi basilari per il confronto della efficacia dei sistemi di infusione insulinica, impiegati in associazione al monitoraggio continuo della glicemia, rispetto ai semplici sistemi infusionali. In un primo studio, dedicato a pazienti di età da 8 a oltre 25 anni di età, in cattivo controllo metabolico, l’associazione con il monitoraggio continuo della glicemia ha dimostrato, particolarmente nei soggetti di età superiore a 25 anni, una riduzione della HbA1c dello 0,53%, una maggiore percentuale di soggetti al target di HbA1c <7% e una minore esposizione a valori di glicemia <70 mg/dL.
La stessa Jdrf ha eseguito uno studio analogo su soggetti già in trattamento con mini-infusore e con ottimo controllo glicemico (HbA1c <7%). Anche in questo gruppo di soggetti, l’aggiunta del monitoraggio continuo della glicemia ha consentito  di mantenere lo stesso livello di controllo metabolico, riducendo nel contempo l’esposizione a bassi valori di glicemia.