I ragazzi si presentano

I ragazzi si presentano
Dal 21 al 28 Giugno a Quartu S. Elena, in Sardegna, un campo scuola allegro e pieno di ragazzi provenienti da tutta Italia. Su Diabete.net, il diario di bordo da parte di un ospite un po’ speciale: il Signor Diabete.

Caro Diario,
ecco, finalmente ti posso dire che il campo è iniziato ufficialmente. Nonostante qualche inciampo iniziale (il nostro aereo è partito con 3 ore di ritardo per colpa di problemi di traffico aereo), tutto procede più o meno secondo i piani.
Ti devo dire che è la prima volta che mi capita di partecipare ad un campo con così tanti partecipanti, e vederli muovere tutti insieme, fa un certo effetto.
La cosa più difficile è ricordare tutti i loro nomi, ma d’altra parte siamo solo all’inizio.
Il volo (a parte il ritardo di cui ti dicevo e un piccolo timore di essere dirottati verso le calde terre africane visto che abbiamo volato su un grosso Boeing 767 della Eastern African, affittato all’ultimo momento dalla nostra compagnia aerea) è andato decisamente bene: poco più di un ora di volo, qualche sobbalzo e una dolce planata verso il suolo sardo.
Albergo veramente bello, grande, accogliente, stanze spaziose (alcune toccate da un vento gelido, quasi siberiano – in vero generato da condizionatori che fanno fin troppo il loro dovere), strutture OK, piscina da favola, e tutto il resto.
I ragazzi, stanchi per la lunga giornata passata in aeroporto si sono diretti come un’orda famelica verso la sala ristorante e in un batter d’occhio (si fa per dire) hanno fatto sparire quantità industriali di cibo. Quasi non sembravano nemmeno diabetici…
Ed ecco il via alle presentazioni, prima il doc e tutti gli altri del gruppo ‘cani da guardia’ e poi ad uno ad uno (anzi per meglio dire a due a due) tutti ragazzi partecipanti. E’ stato un momento carino e interessante: ciascuno di loro, dopo aver avuto modo di conoscere un compagno per alcuni minuti, lo ha presentato a tutti gli altri. E come sempre in questi frangenti, c’è stata più di un’occasione per sorridere o ridere di gusto. Anche se un po’ prematuro, credo di poter dire che si sta instaurando fra i ragazzi proprio un bel clima. Forse qualcuno che deve ancora inserirsi appieno c’è, ma credo che dopo poche ore trascorse insieme sarebbe strano (per non dire incredibile) il contrario.
Le attività, ha detto il doc, saranno le più varie. E mi auguro che ognuno di lori si diverta.
L’amicizia e il volersi bene è un po’ il filo conduttore di tutte le attività, o almeno così mi è parso di capire.
Avrei voluto scambiare due parole con il doc, ma da quando siamo arrivati è sempre così indaffarato che non credo sarà una cosa semplice.
Avrei voluto raccontargli questo aneddoto perchè lui lo raccontasse ai ragazzi. L’aneddoto è tratto ancora una volta dal bel libro ‘Lalfabeto del silenzio’ e dice così:

“Margaret distolse lo sguardo dal computer, e fissandomi negli occhi mi disse una cosa stranissima: – Connor, immagina che quest’anno per Natale io ti faccia un regalo bellissimo, diciamo una statuetta d’avorio stupenda.
– Non sarebbe male.
– Un regalo fatto con amore, da conservare per sempre. Una statuetta elaborata, con incisioni profonde, senza bordi ruvidi. Tutta levigata, e d’avorio purissimo.
– Be’, che ci sarebbe di male?
– Niente se te la regalassi dandoti le istruzioni. E un’avvertenza.
– Che istruzioni?
– Oliarla di tanto in tanto, perché non diventi fragile e cominci a sgretolarsi.
– E quale avvertenza?
– Che l’avorio proviene da un organismo vivente, e quindi invecchiando è destinato a modificarsi. L’avorio si annerisce. Arriva un giorno in cui questo bel regalo lo devi mettere via. Ma non sapendo come va trattato, né che invecchia, lo infili in un cassetto e ce lo lasci. Il tempo passa, poi un giorno la persona che te lo ha regalato ti chiede di rivederlo. Allora tu lo tiri fuori dal cassetto ed entrambi rimanete a bocca aperta: la statuetta non è più quella di prima. Ha cambiato aspetto. Non essendo mai stata oliata, alcuni pezzi si sono staccati, e le incisioni più profonde sono diventate color tabacco. Non sei tu che hai trascurato il regalo. Nessuno ti aveva avvisato del cambiamento che si verifica nel tempo, né del fatto che la statuetta andava curata in un certo modo. Di una cosa sola sei sicuro: che quel regalo non lo tirerai fuori mai più. Margaret e io ci guardammo negli occhi. – Stai parlando dell’amore, non è vero?
– Sapevo che mio fratello non era uno stupido.
(…)
– Ma Margaret, non è colpa di papà se il suo regalo col tempo è cambiato. Tu stessa hai detto che, quando una cosa proviene da un essere vivente, è destinata a cambiare a mano a mano che invecchia. Be’, l’amore proviene da due esseri viventi. Questo significa che può cambiare due volte tanto.
Margaret tornò a fissare lo schermo del computer. – Nessuna mi aveva avvertita. – Fece una lunga pausa, poi aggiunse: – Se devo essere sincera, e a volte ci riesco, quando papà si innamorò di tua madre, mi sentii messa da parte.
(…)”

La cosa più bella del campo scuola, anche quest’anno, anche se siamo solo all’inizio, è la solidarietà fra i ragazzi, ma ti dirò qualcosa di più fra qualche giorno.
Adesso vado, perchè il doc li ha richiamati tutti a rapporto per la glicemia serale. Domani ti dirò.
Buonanotte.

Il Signor Diabete.