Educazione
Il CalenDiario per non dimenticarsi
Un'idea nata al Mauriziano di Torino
Uno strumento interattivo per aiutare il paziente a ricordare i suoi compiti e gli orari da rispettare, grazie all'uso di disegni adesivi da applicare in corrispondenza delle ore della giornata. Una proposta sperimentata con successo, che da novembre sarà estesa su scala nazionale
Pianificare e ricordare: una buona formula per descrivere che cosa debba fare una persona per gestire bene il proprio diabete. Ma è più facile a dirsi che a farsi, perché tante sono le cose da programmare e c'è sempre il rischio di dimenticarsi qualche passaggio importante. Il team infermieristico diabetologico dell'Ospedale Mauriziano di Torino ha individuato il problema e ha trovato una soluzione che può davvero aiutare il paziente a fissare i suoi compiti -quotidiani, settimanali, mensili- in modo da non scordarseli. L'idea è un po' come l'uovo di Colombo: un calendario, anzi un "CalenDiario", da appendere alla parete, che dia la possibilità di segnare, giorno per giorno e ora per ora, le cose da fare (iniezioni, pasto, misurazione della glicemia eccetera) con l'ausilio di figurine adesive, in modo da avere sempre a disposizione un promemoria che balza subito all'occhio. Anna Marchesini, Annamaria Ingaramo e Giampietro Demurtas, che da anni lavorano quotidianamente nell'ambulatorio di diabetologia del nosocomio torinese, hanno ideato e messo a punto il progetto, con l'assenso della divisione diabetologica, e hanno trovato l'appoggio convinto della Bayer Diabetes Care, che ne ha sostenuto la realizzazione, prima per sperimentarlo nel bacino d'utenza dell'ospedale e poi per promuoverne la diffusione, da novembre, nei centri diabetologici di tutta Italia. Marchesini, Ingaramo e Demurtas hanno, fra le loro funzioni principali, quella di addestrare i pazienti il giorno della dimissione dall'ospedale o della prima visita diabetologica dopo la diagnosi, trasmettere loro i principi di educazione terapeutica, insegnare come eseguire le iniezioni, come bilanciare l'alimentazione, come fare l'autocontrollo e via dicendo. Hanno quindi il polso della situazione e sperimentano direttamente quali siano le difficoltà e i problemi delle persone che si trovano a fronteggiare la condizione diabetica. E proprio nel vivo del loro lavoro di tutti i giorni hanno constatato che i pazienti "non sempre ricordano quando è necessario prendere i farmaci, controllare la glicemia, controllare il peso o prendersi cura dei piedi". Infatti, spiega Annamaria Ingaramo "ci siamo accorti che il paziente è sommerso di materiale informativo e alla fine non riesce a orientarsi nella marea di notizie che riceve e rischia di scordarsi o di fare confusione. Perciò abbiamo cercato qualcosa di sintetico e di facile uso: non lo abbiamo trovato, non c'era e bisognava realizzarlo". E così è nata l'idea del CalenDiario, per dare al paziente la possibilità di un riscontro visivo immediato alle istruzioni impartite dal centro. Il progetto prevede quindi che, dopo avere spiegato alla persona che cosa deve fare e perché, il team educativo le consegni questo strumento, da portare a casa, per tradurre sulla carta quanto appreso. Al paziente vengono dunque messi a disposizione il calendario, studiato in modo che possa vedere senza fatica e con un solo colpo d'occhio tutto quello che deve fare ogni giorno, settimana e mese, 30 adesivi che riportano le immagini dei diversi momenti alimentari, igienici e terapeutici e un pennarello per eventuali appunti (per esempio, scrivere, accanto al disegno che indica il controllo del piede, "applicare la crema"). L'uso del CalenDiario diventa quindi una materia della lezione di addestramento: guidato dall'infermiere, il paziente impara a utilizzare questo strumento, applicando le figurine sulle pagine, in corrispondenza dei giorni e delle ore scelte, a seconda del suo personale programma di gestione del diabete. Così esemplificano Marchesini, Ingaramo e Demurtas nella presentazione della proposta: "Si domanda alla persona in quale orario fa di solito la colazione oppure, se non è abituata a farla, le si spiega a quali rischi può andare incontro assumendo ipoglicemizzanti. Valutiamo insieme come eseguire il profilo glicemico e quale significato ha ogni rilevazione della glicemia. Cerchiamo di impostare i principi di una corretta alimentazione, se gli spuntini possano essere concessi e di che tipo. Entrano così in gioco le figure adesive, che devono essere "appiccicate" nei vari momenti della giornata, o della settimana, o mensilmente. Ogni figura può essere lo spunto per approfondire alcuni argomenti". Le immagini adesive raffigurano persone che corrono (rappresentano l'esercizio fisico), il misuratore di glicemia (l'autocontrollo), la siringa (l'insulina), la bilancia (il peso), il piede (controllo e cura), pasti e spuntini. E' semplice, dice Ingaramo "chiediamo alla persona: lei quando mangia? Quando si misura la glicemia? Ecco; se lo segni sul calendario con l'adesivo". In questo modo, con l'assistenza del centro, il paziente trova più facile ricordare quello che gli è stato insegnato dal medico e dal team, più agevole memorizzare i suoi periodici appuntamenti e compiti e assimilare eventuali modifiche; inoltre, si sente più direttamente responsabilizzato "perché il gesto di applicare l'adesivo crea un impegno esplicito". Per il centro diabetologico c'è la possibilità di verificare meglio il grado di apprendimento e di osservanza delle prescrizioni da parte del diabetico, perché al paziente si consiglia di riportare il CalenDiario alla visita successiva per riparlarne insieme, valutare se è stato rispettato o se richieda correzioni e cambiamenti. Osserva Ingaramo: "Il CalenDiario aiuta il paziente a ricordare, ma facilita anche il nostro lavoro perché, sia nelle discussioni di gruppo, sia con i singoli, le figurine ci aiutano a esemplificare quello che stiamo dicendo e a tenere conto di tutte le diverse esigenze delle persone". La sperimentazione, avviata presso il Mauriziano su una settantina di pazienti a partire dalla scorsa primavera, ha già dato esito positivo, perché le persone hanno sentito questa iniziativa come pensata proprio per loro e l'hanno apprezzata: "Volevamo infatti creare uno strumento che potesse essere personalizzato secondo le esigenze di ogni paziente e che facesse capire alle persone che noi siamo lì per ciascuno di loro e credo che ci siamo riusciti. Per esempio, abbiamo seguito un diabetico anziano, finito al pronto soccorso con grave iperglicemia, che non assumeva l'insulina prescritta e non si misurava il livello glicemico: proprio con l'aiuto del CalenDiario e delle figurine siamo riusciti a ragionare con lui per regolare la sua giornata, adattando le cose da fare alle sue abitudini. L'impiego delle immagini è risultato molto efficace anche con i tanti stranieri che assistiamo e che non conoscono bene l'italiano: con le figure ci si capisce facilmente". Sottolinea ancora Annamaria: "Le figurine sono molto utili nel controllo dell'alimentazione e del peso. Per esempio, esse rispettano il principio di non includere mai due fonti di carboidrati nello stesso pasto: nel disegno, dove c'è il piatto di pastasciutta non c'è né cracker , né grissino, né panino e dove c'è il pesce, invece, c'è il panino (ma non la pasta). E poi sono il punto di partenza per dimostrare al paziente che se si ha il diabete non si fa la fame, ma si può mantenere l'equilibrio delle glicemie con una sana alimentazione, che prevede anche spuntini (uno di sole verdure e uno di frutta e fette biscottate se si fa attività sportiva)". Il CalenDiario, se avrà fortuna, potrà diventare anche un elemento di un progetto ancor più ambizioso: "può essere un'ottima base di partenza per facilitare la gestione integrata del paziente -scrivono Marchesini, Ingaramo e Demurtas- Anche altri medici specialisti o il medico di medicina generale, possono contribuire a integrare il CalenDiario con i loro consigli o prescrizioni terapeutiche".