In giro per il mondo con il diabete per amico

In giro per il mondo con il diabete per amico

Impressioni di viaggio e consigli…

Sembra paradossale, ma se si vuole vivere serenamente con il diabete ed affrontare anche viaggi impegnativi come quello della spedizione A.D.I.Q., si deve diventare amici del proprio diabete. Un amico viene sempre ascoltato: è fondamentale sviluppare una spiccata capacità di autoanalisi ed autoascolto.
In ogni amicizia vera i rapporti vanno approfonditi: bisogna avere una perfetta conoscenza dei meccanismi fisiologici del proprio corpo e della propria disfunzione metabolica. Con un amico non si deve mai adottare un atteggiamento rigido e preconcetto: elasticità mentale ed intuito sono essenziali per sapersi adattare al modificarsi delle numerose variabili che incidono su un buon autocontrollo metabolico.
Alimentazione, clima, quota, fusi orari, attività fisica, umore, stato generale di salute sono tutti parametri che in viaggio cambiano continuamente.
Mentre ammiriamo il paesaggio stupendo del Tibet, gustiamo un piatto tipico cinese, camminiamo all’interno di un monastero o su di un sentiero in quota, dobbiamo avere sempre il nostro “terzo occhio” puntato sulla gestione del diabete. Questo può sembrare un incubo o un’incombenza ossessiva, in realtà con il tempo ci si accorge che non è più così: il diabete è diventato un nostro amico e con esso possiamo girare il mondo e gustare le meraviglie del creato.
Con un amico talvolta ci si arrabbia: imprecare contro qualche iperglicemia ogni tanto fa bene. Da un amico si impara con umiltà: sappiamo far tesoro dei nostri errori.
Faccio appello a tutti i diabetici: diventate amici del vostro diabete, non vergognatevi di esso, portatelo in giro per il mondo, sulle vette più alte, sui mari più profondi o semplicemente nella vita di tutti i giorni che è il viaggio più avventuroso e stimolante che ci sia.
Vi assicuro che tutto è possibile, basta volerlo.
Io ho avuto la fortuna di partecipare ad un’esperienza veramente unica ma speriamo ripetibile, quale la spedizione scientifico-alpinistica Ascensia Cho Oyu 2002.
Gli ingredienti per renderla splendida e ricca di stimoli per la crescita personale ci sono tutti: amicizia, spirito di gruppo, solidarietà, ricerca scientifica, cultura, avventura ed alpinismo; in sostanza il succo della vita.
Con l’augurio che sia solo l’inizio per ADIQ e che tanti altri diabetici si uniscano a noi, vi saluto con un “evviva la vita anche con il diabete”.

Pietro Piccolo