Caccia all’errore
L’Associazione trentina ha distribuito un bel video, realizzato con la partecipazione di genitori e ragazzi, che combatte alcune errate convinzioni sul diabete e trasmette un’informazione semplice e corretta sulle fondamentali nozioni da conoscere
Che cos’è l’insulina? Un farmaco per il doping. E la glicemia? Una malattia che colpisce chi ha il diabete. Una persona con il diabete può fare sport? No, perché gli mancano le forze. Un bel campionario di sciocchezze, vero? Questo i nostri lettori certamente lo sanno. Ma gli altri? Quelli che con il diabete non devono fare i conti tutti i giorni? In molti casi risponderebbero davvero in quel modo, perché, nonostante la crescente diffusione di questa patologia, l’informazione in materia è ancora carente, quando non errata o distorta (si legga in proposito anche il nostro editoriale).
Consapevoli di ciò, un gruppo di genitori dell’Associazione diabete giovanile del Trentino hanno pensato di realizzare un video che, attraverso un accattivante gioco di domande e risposte, propagasse una buona informazione, capace di smentire convinzioni sbagliate e luoghi comuni erronei intorno al diabete, in particolare quello di tipo 1. Così è nato il filmato “Diabete di tipo 1 – Quanto ne sai veramente? Mettiti alla prova con noi”, rivolto certamente a chi non sa che cosa sia questa condizione, ma utile promemoria anche per chi deve conviverci, specialmente se si trova nella fase dell’esordio del diabete.
Interpreti del video sono proprio i genitori e i bambini della Adg (da Federica ad Alessio da Giulia a Roberto, da Aurora a Gianni, insieme con tanti altri), che hanno prestato i loro bei volti al progetto: i primi, gli adulti, si fingono “ignorantoni” (mentre in realtà sono molto preparati), che alla domanda del bimbo (per esempio, “Sai che cos’è il diabete di tipo 1?”) rispondono con un clamoroso strafalcione (“Una malattia che viene agli anziani”). A questo punto segue la replica di un altro bambino con la giusta risposta (“Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune che può colpire bambini e giovani, geneticamente predisposti e che non passa col diventar adulti”).
Facciamo un altro esempio: “Sai come assume l’insulina una persona con diabete tipo 1?”, chiede il ragazzino. “Con le pastiglie”, risponde con sicumera degna di miglior causa l’adulto. “Proprio no! -risponde un’altra ragazzina- Noi per il momento abbiamo due possibilità: 1. Le punture, che hanno la forma di una penna e che dobbiamo utilizzare 4/5 volte al giorno; 2. Il microinfusore, che richiede il cambio dell’ago ogni tre giorni”. Risposta esatta.
E ancora. Domanda: “Possiamo mangiare dolci?” – Risposta (sbagliata): “Assolutamente no. Chi ha il diabete non può mangiare dolci” – Risposta giusta: “Ma che dici?! Certo che sì. Le regole della nostra alimentazione sono quelle della dieta equilibrata che tutta la popolazione dovrebbe seguire, quindi di tutto un po’”.
Come potete constatare, il linguaggio utilizzato è chiaro e insieme rigoroso, come si conviene a un’informazione che voglia essere corretta e allo stesso tempo di facile comprensione per tutti.
Alcune altre domande le abbiamo citate all’inizio, altre ancora ne troverete se avrete la possibilità di vedere il filmato. Chi ha la connessione internet può rintracciarlo a questi link: https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=8–WbVWK0eo… (per ulteriori informazioni, è a disposizione anche il sito di Adg https://www.adgt.it/drupal/, dal quale si può accedere a YouTube).
Ma la diffusione di questo piccolo manuale contro le idee sbagliate (prodotto con il contributo tecnico di Videonews) non si è certo limitata alla rete, ma ha raggiunto scuole e farmacie, ha animato incontri tra i soci della Adg e la popolazione, si è tradotta anche in un libretto (che riproduce fedelmente il film) distribuito sul territorio.
Lasciamo la parola a Sabrina Moser, madre di due ragazze con diabete di tipo 1 (che i nostri lettori hanno già incontrato su queste pagine), promotrice dell’iniziativa, insieme a un gruppo di genitori dell’Associazione attivi ed entusiasti. La prima osservazione interessante da fare è che il gruppo della Adg non ha avuto bisogno di inventare nulla in materia di castronerie sul diabete: “Purtroppo -confida Sabrina- quelle risposte sbagliate le abbiamo proprio raccolte personalmente nel corso di questi anni di diabete”. Da qui l’idea di creare uno strumento per far circolare la buona informazione e combattere le opinioni sballate.
“È un’idea molto semplice -racconta Sabrina Moser- Il nostro scopo è di parlare, sfatare certe false credenze sul diabete che a volte fanno davvero male, specie quando le senti dette in modo così sicuro. Vogliamo fare informazione, un’informazione semplice, ma diretta ed efficace, che non vuole chiedere compassione, ma che, anzi, viene fatta proprio attraverso il sorriso dei nostri bambini. L’obiettivo era di fare girare il film nelle scuole, negli ambulatori medici e nelle farmacie, sfruttando i monitor che spesso si trovano nei locali e nelle sale d’attesa e di metterlo in rete. Inoltre, pensando anche alle zone dove magari il medico o la farmacia o tanto meno la scuola non sono così bene attrezzati, abbiamo pensato di trasformare il tutto anche in un libricino così che l’informazione potesse raggiungere proprio tutti”.
E questa idea così semplice è piaciuta, ha raccolto il sostegno di bel numero di sponsor (i cui nomi sono elencati nell’ultima videata/pagina del film), che hanno consentito di coprire i costi dell’operazione, e ha ottenuto il patrocinio della Provincia autonoma di Trento, del Comune di Trento e dell’Azienda sanitaria locale, che già avevano dato il loro consenso e appoggio al calendario realizzato un anno fa da Adg (di cui ci siamo occupati sul numero 1/2013 di Tuttodiabete). “Agd Italia -aggiunge Sabrina, non senza un po’ di legittimo orgoglio- dopo aver visionato la prova del filmato, ci ha chiesto di poter apporre il suo logo nel video, ritenendolo davvero un ottimo progetto”.
L’iniziativa ha già fatto un bel pezzo di strada. “Proprio in questi giorni -continua la signora Sabrina- abbiamo incominciato a fare serate informative presso alcuni Comuni, che, avendo visto il filmato in rete, o perché in qualche altro modo ne sono venuti a conoscenza, ci hanno dato l’opportunità di parlare alla popolazione organizzando incontri aperti a tutti; incontri ai quali stiamo partecipando come Associazione (per spiegare quanto e che cosa fa), come medici (per spiegare la patologia in termini medici) e come genitori (per spiegare anche come il diabete viene vissuto in famiglia, raccontando ogni volta la storia di una famiglia diversa). L’interesse e le domande non mancano e anche questo credo sia un ottimo modo per fare informazione in maniera semplice, ma di sicuro efficace. Alcune farmacie lo stanno già diffondendo attraverso i loro monitor, il film è stato messo anche sulla homepage di diverse scuole (per esempio, il liceo di mia figlia). Qualche medico ci ha concesso di proiettarlo sugli schermi del proprio studio”.
E non è mancata l’attenzione dei media: per esempio, la trasmissione Meeting di Trentino Tv ha invitato i rappresentanti dell’Associazione e presentato l’iniziativa. Anche il sito dell’Orsetto Lino (protagonista di un libro educativo molto vicino per ispirazione al progetto di Adg, come abbiamo documentato sul numero 3/2013) ha deciso di ospitare il video. E se ne è parlato molto anche sul web in forum dedicati al diabete, che hanno rilanciato a loro volta il filmato.
“Insomma -commenta Sabrina con un sorriso di soddisfazione- quello che speravamo di ottenere è proprio successo”. E naturalmente non finisce qui: tante porte si sono aperte, altre ancora potrebbero aprirsi nei prossimi mesi quando le idee sono buone.
C’è un ulteriore ragione per sentirsi confortati, che Sabrina tiene a sottolineare: “Il lavoro svolto dal nostro gruppo è anche riuscito a coinvolgere in questo bellissimo progetto i genitori dei nuovi bambini diagnosticati. In questo modo, è stato possibile aiutarli a superare il momento forse più difficile, quello dell’esordio del diabete, quando è fondamentale capire veramente che cosa voglia dire vivere questa condizione”.
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