Attualità
La cannella abbassa la glicemia?
Alimentazione e diabete
Lo dice uno studio pakistano, che purtroppo non ha trovato conferme in altre ricerche. Tra le proprietà salutari accertate di questa spezia c’è però l’azione antiossidante
Poco tempo fa, la stampa quotidiana ha riportato la notizia secondo cui, la cannella, spezia ampiamente usata in pasticceria, possederebbe proprietà ipoglicemizzanti che ne renderebbero consigliabile l’uso nei pazienti con diabete di tipo 2. Per sostenere questa tesi, si fa riferimento a un articolo pubblicato a cura di un gruppo di ricercatori del Dipartimento di nutrizione umana della Università di Peshawar nel Pakistan (Khan A. e collaboratori: Diabetes Care 2003; 26:3215). Secondo questi autori, la somministrazione a un gruppo di pazienti diabetici di una dose giornaliera, da 1 a 6 grammi, di cannella della varietà Cinnamomum Cassia, avrebbe prodotto, in confronto con un eguale numero di soggetti trattati con placebo, una riduzione significativa della glicemia, della emoglobina glicata, dei trigliceridi e del colesterolo totale e Ldl. Questo studio era stato preceduto a partire dagli anni ’90 da alcune sperimentazioni animali che, nei roditori, avevano dimostrato la capacità della cannella di aumentare la sensibilità all’insulina e di ridurre la concentrazione di colesterolo. Queste proprietà erano state attribuite a un composto polifenolico presente nella pianta e identificato come polyphenol type A polimer. In realtà, il Cinnamomum nelle sue varietà Cassia e Zeilanicum, ottenuto sotto forma di bastoncini o triturato in polvere, dalla corteccia di un albero sempreverde originario dello Sri Lanka, dell’India Orientale, delle Antille, dell’isola di Giava e del Madagascar, al pari di molte altre spezie, era ben noto fin dall’antichità. La medicina cinese ne faceva uso già 4000 anni or sono; gli antichi egizi lo usavano per l’imbalsamazione dei corpi e il famoso naturalista romano Plinio il Vecchio, descrivendone le proprietà, scriveva che il suo valore era pari a quello dell’argento. Nella medicina tradizionale, è stato usato per migliorare la digestione, per curare le condizioni di nausea, vomito e diarrea e anche come afrodisiaco. L’ultima indicazione terapeutica che gli è stata attribuita è appunto quella di migliorare l’equilibrio metabolico dei pazienti con diabete di tipo 2.
Purtroppo, i risultati ottenuti dagli autori pakistani non sono stati confermati in lavori successivi. In una pubblicazione recente, Baker W.L. e collaboratori (Diabetes Care 2008; vol. 31; pag 41) hanno comunicato i risultati di una meta-analisi eseguita su 5 studi, selezionati, per la maggior attendibilità, in una serie di articoli comparsi sulla letteratura internazionale. Sfortunatamente, da questa valutazione è emerso che la somministrazione di cannella non ha prodotto mediamente alcuna variazione né della glicemia a digiuno, né della emoglobina glicata, dei trigliceridi e del colesterolo totale, Ldl e Hdl. La discrepanza di risultati esistente fra i diversi studi può essere verosimilmente spiegata dalla scarsa numerosità dei pazienti studiati o dalla pura casualità. Certamente non vi sono gli estremi per consigliare l’uso sistematico di preparati a base di cannella ai pazienti diabetici. Rimane il fatto che questa spezia, al pari di altre e di molti vegetali, è ricca di polifenoli e a questi possono essere attribuite proprietà genericamente salutari in virtù del loro acclarato potere anti-ossidante. (P.B.)