Diabete e disfunzione erettile (DE)

La correlazione tra diabete e disfunzione erettile (DE) è ben documentata. I “numeri” assicurano che la DE è la complicanza più frequente nel maschio diabetico.

Colpisce ad ogni età e nell’adulto è spesso il sintomo di esordio della malattia diabetica. Infatti, le due condizioni sono così strettamente correlate che la disfunzione erettile è il sintomo d’esordio nel 12% dei pazienti diabetici di sesso maschile. Talvolta, quando il diabete è scarsamente controllato, può verificarsi una disfunzione erettile temporanea, che può regredire una volta individuata la terapia corretta e la dieta più appropriata. In altri casi, quando il paziente è diabetico da molti anni, la disfunzione erettile potrebbe invece essere non reversibile, ma comunque trattabile con successo.

Poiché sono disponibili vari trattamenti, è opportuno decidere insieme al medico quello che meglio si adatta alla personale situazione del paziente. Si può valutare anche l’opportunità di coinvolgere la propria partner in questa discussione: ciò aiuterà a ricevere un valido supporto psicologico e a scegliere il trattamento più soddisfacente per la coppia.

In ragione della patogenesi, possono essere intraprese diverse azioni non invasive per trattare la DE. In alcuni casi può essere sufficiente abolire il tabacco, ridurre l’eccessivo consumo di alcool, eliminare l’uso di droghe o modificare, a giudizio medico, il dosaggio di farmaci che possono essere causa della DE o sostituire i farmaci stessi con analoghi ugualmente efficaci.

La DE colpisce il maschio, ma può avere ripercussioni significative anche sulla propria partner. È opportuno coinvolgere la propria partner per chiarire come, eventualmente, la DE possa aver influito sulla relazione di coppia.

Inoltre, in diversi casi la disfunzione erettile è coesistente con problemi di eiaculazione retrograda.
Nella grande maggioranza dei pazienti diabetici, la DE è sottesa da un substrato organico che implica sia fattori neurogeni che vascolari. In particolare, la neuropatia autonomica sembra certamente coinvolta nel disturbo eiaculatorio ed anche nell’aneiaculazione.
Attualmente la disponibilità degli inibitori della 5-fosfodiesterasi hanno reso il problema trattabile, tuttavia l’efficacia di tali farmaci nei diabetici risulta comunque inferiore a quella evidenziata nella DE non-diabetica.

Infine, implicazione importantissima, la DE rappresenta un marker per identificare i pazienti diabetici con malattia coronarica silente e/o può precedere l’insorgenza di coronaropatia di 3-7 anni.