Resilienza al diabete: l’importanza nei pazienti con diabete di tipo 2

Dapprima una parola desueta e poco utilizzata, che affondava le sue radici etimologiche nell’ambito tecnico-scientifico, presto è diventata di largo impiego nel linguaggio scritto e parlato, come simbolo di superamento delle avversità: stiamo parlando della resilienza
Secondo il dizionario Garzanti della lingua italiana, la resilienza è la capacità di resistere e di reagire di fronte a difficoltà, avversità ed eventi negativi. Abbiamo imparato a conoscere molto bene questo termine, soprattutto nell’ultimo periodo: “resilienza” ha trovato un suo posto, tra le altre cose, nel nome del programma di finanziamenti messi a disposizione dall’Unione Europea per la crisi pandemica. Gli ambiti in cui è utilizzata questa parola sono numerosissimi, e tra questi vi è anche la gestione del diabete: in questo articolo esploriamo quanto la cosiddetta resilienza al diabete sia fondamentale per una convivenza ottimale con la malattia, in questo caso per quanto riguarda il diabete di tipo 2.

Facciamo un passo indietro e torniamo sulle definizioni: la resilienza al diabete è definita come il raggiungimento di uno o più esiti clinici relativi al diabete stesso, nonostante le sfide legate alla convivenza con la malattia e la cronicità. Esempi di questi risultati possono consistere in un elevato coinvolgimento della persona nei comportamenti di autogestione della malattia, la percezione di avere una buona qualità della vita e il mantenimento dei livelli di glicemia raccomandati
In che modo questi risultati si intrecciano con il concetto di resilienza? Consideriamo la resilienza nel suo significato più ampio, ovvero lo sviluppo delle capacità di adattamento riuscite nonostante una condizione esterna sfavorevole. Gli psicologi che hanno elaborato questa definizione si sono basati sulla distinzione tra il ruolo giocato dalle caratteristiche individuali di ciascuna persona (le proprie risorse, le debolezze e le abilità specifiche) e l’importanza dell’adattamento tra l’individuo e l’ambiente circostante: la resilienza rappresenta, infatti, l’incontro di questi due fattori. 
Rapportando ciò al diabete di tipo 2, le persone che mostrano poca resilienza sono quelle che possiedono un adattamento difficoltoso ai trattamenti, che si traduce in una diminuzione della capacità di prendersi cura di sé, di sottoporsi alle cure, di intraprendere attività fisica e di aderire alle indicazioni dietetiche consigliate per loro. Viceversa, i pazienti con resilienza al diabete mostrano un’adeguata cura di sé, una buona gestione della dieta, dell’assunzione di farmaci, dello stress e dell’attività fisica
Questo, in un caso o nell’altro, si tradurrà negli esiti clinici che costituiscono la resilienza al diabete stessa.

Studi precedenti, infatti, hanno dimostrato che spesso sarebbe proprio la mancanza di resilienza delle persone con diabete di tipo 2 a contribuire alla mancata regolazione dei livelli di glucosio nel sangue e quindi a esiti peggiori della malattia. Per questo, uno studio qualitativo recentemente pubblicato sulla rivista Diabetes & Metabolic Syndrome: Clinical Research & Reviews ha voluto esplorare la resilienza tra adulti con diabete di tipo 2, attraverso interviste condotte su quindici persone che vivono con questa malattia. I dati derivanti dalle interviste sono stati sottoposti ad analisi tematica e confrontati con alcuni indicatori di resilienza scelti precedentemente dagli autori dello studio, in particolare la corretta gestione della dieta, dell’attività fisica, dello stress e l’aderenza alle terapie
Dall’analisi delle interviste sono emersi quattro temi principali: la resilienza, il supporto, i benefici della resilienza e la cura di sé

Dai risultati, in linea con gli studi precedenti sul tema, è emerso che il concetto di resilienza è molto influente per le persone con diabete, in quanto consente loro di vivere meglio e di prendersi cura di sé in maniera corretta
Le persone con diabete interpretano la resilienza come la condizione necessaria per essere in grado di sottoporsi a una terapia e a gestire la malattia in maniera ottimale (“Sì, tutto inizia con l’intenzione di guarire e con la convinzione che sicuramente [il diabete] migliorerà”). 
Tuttavia, secondo i partecipanti essere resilienti richiede tempo e determinati processi, che nelle interviste sono stati identificati con altri quattro sotto-temi: la determinazione (“Ovviamente ci deve essere [la resilienza]. Se non sono motivata, non avrò alcuna intenzione di riprendermi. […] Perché voglio guarire, non posso continuare così…”), la resistenza (“Una bella vita deve essere sana e posso fare qualsiasi cosa. Inoltre, può essere utile anche per le famiglie e le persone che ci circondano”), l’adattabilità (“Mi sento più calmo. Mi sento più calmo e più fresco. Mi sento anche più paziente e poco emotivo…”) e la recuperabilità (“Devo essere in grado di riprendermi ed essere in salute in qualsiasi condizione. Devo essere un buon esempio per la mia famiglia e la mia comunità”). 
Dalle interviste è emerso anche che il supporto (spesso proveniente da familiari e dall’ambiente sociale circostante) è uno dei fattori chiave per raggiungere la condizione resilienza, oltre a ridurre il senso di solitudine e la depressione dovuta alla malattia. 
Inoltre, sono gli stessi benefici che derivano dall’incremento della resilienza a migliorare il senso di adattamento dei pazienti con diabete alle condizioni esterne; le interviste hanno sottolineato, infatti, che la resilienza consente alle persone con diabete prendersi cura di sé in modo corretto, essere più positivi e appoggiarsi a reti di supporto, oltre che far decidere loro i trattamenti migliori
Infine, i risultati dello studio evidenziano l’importanza, nell’ambito della resilienza, della cosiddetta self-care agency, ovvero la capacità di avviare o eseguire attività specifiche per mantenere la propria salute e il proprio benessere. In conclusione, gli autori dello studio consigliano di indagare ancora più a fondo il concetto della resilienza nel diabete di tipo 2 e si auspicano da parte delle istituzioni sanitarie interventi educativi per migliorare la resilienza al diabete

A cura di Chiara Di Lucente


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