La maratona della solidarietà
Oltre duemila persone hanno partecipato alla Diabetes Marathon, promossa dall’Associazione diabetici forlivese per sensibilizzare l’opinione pubblica sul diabete di tipo 1 e per sostenere i bambini colpiti dalla patologia. Un grande successo
È nata con il piede giusto, anzi proprio di corsa, la “Diabetes Marathon 2014”, la manifestazione podistica ideata dall’Associazione diabetici forlivese, in collaborazione con l’Associazione sportiva Trail Romagna e il Comune di Forlì. Domenica 13 aprile, infatti, si sono ritrovati veramente in tanti a correre tra le vie della città, se si considera che soltanto gli iscritti hanno superato le 2.000 unità, sia tra i partecipanti alla corsa competitiva (circa 13 km), sia alla passeggiata (circa 10 km). “Certo, puntavamo ai numeri alti -ci dice l’ingegner Marco Tellarini, del Coordinamento e organizzazione dell’Associazione diabetici forlivese- ma una partecipazione così consistente è più di quanto potessimo sperare, trattandosi poi della prima edizione. Insomma, una serpentina umana ha attraversato il centro di Forlì, portando il nostro messaggio di sostegno al bambino con diabete”.
Sono venuti, infatti, non soltanto da tutto il comprensorio, ma anche dalle Associazioni diabetici delle città vicine, da Bologna a Ravenna, da Ferrara a Cesena, da Imola a Rimini. “E anche da altre regioni, per esempio dalla Toscana, dall’Umbria e dal Veneto -precisa Tellarini-Può quindi immaginare quanto grande sia la nostra soddisfazione, anche perché il consenso non ci viene soltanto dai numeri, ma anche dai giudizi, tutti positivi, a dimostrazione che l’obiettivo è stato ampiamente raggiunto”.
Prevenzione e salute
Diabetes Marathon, infatti, è nata per sensibilizzare le persone sull’importanza della prevenzione e promozione della salute e sulle problematiche collegate al diabete di tipo 1. E proprio per amplificare questo messaggio e soprattutto per coinvolgere i giovani, gli organizzatori hanno puntato su un’attività sportiva di grande richiamo, come appunto una camminata e una gara podistica. Lo descrive bene lo stesso logo della manifestazione, “Mister One”, dove il cerchio blu -simbolo universale del diabete- fa da testa a un giovane che corre, con il n. 1 sulla pettorina. Un simbolo che ha subito ottenuto successo.
Organizzare un evento di questa portata normalmente richiede non soltanto una struttura motivata e ben definita, ma anche tempi lunghi, dai 9 mesi a un anno, mentre l’Associazione forlivese l’ha messa in piedi in soli 6 mesi. “Basti pensare -sottolinea Marco Tellarini- che soltanto per controllare il percorso ci sono voluti ben 325 volontari. In totale abbiamo coinvolto ben 95 soggetti, tra patrocini e coordinatori (32), partner nazionali e internazionali (41, tra cui 9 industrie farmaceutiche) e 8 associazioni di protezione civile per la logistica” (per ulteriori informazioni, si veda il sito www.diabetesmarathon.it).
Molte sono state poi le attività di contorno, per rendere più attraente l’incontro. Innanzitutto, alla gara podistica si è aggiunta una camminata ludico-motoria, nel cui ambito è stato anche possibile proporre un’attività di Nordic Walking. All’interno poi del Campo di atletica “C. Gotti”, da dove partivano e arrivavano i corridori, è stata organizzata la “Festa dello sport”, una serie di attività sportive per bambini, con giochi e divertimenti per i più piccoli. Molto successo hanno poi riscosso sia il pacco gara assai ricco (“di valore molto superiore ai 5 euro di iscrizione”), sia il “Pasta party” finale, assai gradito dagli affaticati e affamati atleti, ovviamente realizzato con pasta a basso indice glicemico, come pure la presenza della “Tam Tangram Band”. Non è mancato neppure l’aspetto culturale, con l’apertura di alcune testimonianze del “Novecento Forlivese” (ex complesso sanatoriale IX Maggio, ex Casa del mutilato, Palazzo del Governo, Palazzo Romagnoli, Museo Foschi, eccetera), in modo da coniugare la manifestazione con opportunità culturali, con tanto di guide specializzate.
Per la cronaca, ricordiamo che a vincere sono stati due podisti non diabetici dell’Edera Atletica Forlì, Luca Benini e, tra le donne, Giudit Varga. “All’inizio avevamo pensato -racconta l’ingegner Tellarini- di proporre due categorie e due classifiche (per diabetici e no), ma poi abbiamo deciso di non fare distinzioni che potessero in qualche modo finire con il “ghettizzare”, visto che la manifestazione era aperta a tutta la popolazione”. Quindi, una festa di tutta la cittadinanza e non soltanto per le persone con diabete. A Forlì sono circa 9.000, ma, di questi, 7.500 sono anziani di tipo 2, non certo interessati a una gara podistica. E, dato che l’obiettivo era coinvolgere più gente possibile, soprattutto giovani e adolescenti, inutile fare distinzioni.
La medaglia del Presidente
Diabetes Marathon ha infine ricevuto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la sua prestigiosa medaglia di rappresentanza. Un riconoscimento importante, concesso esclusivamente alle iniziative meritevoli di carattere sociale, che testimonia l’attenzione delle istituzioni al problema diabete. “Dimostra che le nostre problematiche trovano ampio riscontro, anche a livello politico, oltre che sanitario”. Il successo della manifestazione, la partecipazione di tanti cittadini, il coinvolgimento di così numerose associazioni e sponsor testimoniano infatti il grande interesse che il diabete sa suscitare.
E ora, quali i prossimi passi? Innanzitutto, con i 30.000 euro raccolti saranno organizzati campi scuola formativi per bambini e adolescenti con diabete. “Poi penseremo alla prossima edizione -conclude Marco Tellarini- Siamo riusciti a mettere insieme, già alla prima edizione, volontariato, sport, cultura e diabete. Una rete di iniziative intrecciate tra di loro, che non deve andare dispersa. Vista la complessità dell’organizzazione e l’impegno profuso, tanto vale ora far diventare Diabetes Marathon una gara a livello nazionale, arricchendo la manifestazione di convegni e iniziative a supporto. Magari una specie di due giorni -questo il nostro sogno- tutti dedicati al diabete”. Comunque sia, il prossimo appuntamento è per il 12 aprile 2015, questa volta su una distanza di 21 Km, quindi una mezza maratona.
“Corro per Plinio”
Tra i partecipanti all’evento va segnalata la presenza dell’Associazione “Corro per Plinio”, che non soltanto ha dato subito il proprio patrocinio, ma ha partecipato con un gruppo di 20-25 persone. L’associazione è nata nel nome del piccolo Plinio Ortolani, bellissimo bambino, che, quattro anni fa, quando aveva soltanto 18 mesi, a causa di una tardiva diagnosi di diabete, ha subito gravi e irreversibili danni fisici e cognitivi, e oggi, salvato dall’intervento dell’istituto pediatrico fiorentino Meyer, vive e lotta contro la malattia, circondato dall’immenso affetto della famiglia. Il padre Iacopo ha raccontato la sua storia in un commovente libro, pubblicato da Simone Bandini Editore, La forza che ho dentro, destinandone i proventi al Meyer. L’associazione Corro per Plinio –promossa dal padre con alcuni amici e che oggi raduna podisti di tutta Italia- partecipa a numerose manifestazioni sportive, come quella di Forlì, per far sì, con la propria testimonianza, che il dramma del piccolo Ortolani non sia dimenticato e che eventi simili non possano più accadere.
“Una dimostrazione che lo spirito di questa gara –commenta in proposito Tellarini- non è l’agonismo puro e semplice, quanto piuttosto una vera festa del volontariato: loro sono venuti anche per l’anima solidale che questa manifestazione vuole esprimere. Certo, la gara deve esserci, ma in primis è l’aspetto solidale che va privilegiato”.
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