Un congresso sotto la Madonnina

Il Punto
A MILANO DAL 17 AL 20 MAGGIO IL XXI CONGRESSO NAZIONALE
21 volte Sid
La Società Italiana di Diabetologia tiene nel capoluogo lombardo le sue assise generali per fare il punto sullo stato della ricerca e sulle prospettive della terapia del diabete, della cura delle complicanze, dei progressi della prevenzione
Quest’anno tocca a Milano accogliere il congresso nazionale della Sid, la Società Italiana di Diabetologia, che per la ventunesima volta convoca i suoi iscritti di tutta Italia e illustri ospiti dall’estero per discutere e ragionare di diabete sotto tutti gli aspetti: scientifico, culturale, gestionale e organizzativo.
Sede dei lavori sarà, dal 17 al 20 maggio, l’area di Fiera Milano Congressi, uno spazio adeguatamente attrezzato per appuntamenti importanti come questo. Accanto all’attività congressuale, gli organizzatori hanno previsto un programma sociale e culturale molto interessante. Il presidente uscente Antonio Pontiroli, dell’Ospedale San Raffaele di Milano, che fa un po’ da padrone di casa, auspica che questo convegno sia “un evento da ricordare con piacere”.
Proprio in occasione dell’incontro milanese, come è norma per la Sid, il congresso nazionale segnerà anche il passaggio di testimone da un presidente all’altro: Pontiroli, al termine delle giornate di Milano, lascerà la guida della Società italiana di diabetologia a Riccardo Vigneri, dell’Università di Catania, eletto a succedergli per il prossimo biennio.
Tra le novità che si annunciano in programma vi è un ulteriore passo avanti nel processo di collaborazione fra la Sid e l’Amd (Associazione medici diabetologi), che già da alcuni anni lavorano proficuamente insieme nel sodalizio Diabete Italia: quest’anno a Milano sarà infatti presentato ufficialmente il nuovo “Gruppo di studio Tecnologia e diabete”, nel quale le due organizzazioni si propongono di analizzare quali vantaggi il continuo potenziamento delle soluzioni tecnologiche applicate alla scienza e alla medicina possa dare alla gestione di una condizione complessa come quella diabetica. Un terreno potenzialmente fertile, se si pensa a quanta precisione nei controlli e nei parametri da rispettare richieda la buona gestione del diabete e quanto possa aiutare in questo senso il progresso della tecnologia.
Uno dei cardini della cura di questa particolare condizione chiamata diabete resta però pur sempre il comportamento dell’individuo, l’osservanza di abitudini sane. Non per caso, dunque, la lettura magistrale con cui il professor Pontiroli aprirà i lavori mercoledì 17 maggio sarà dedicata a “Diabete mellito e stili di vita”. Infatti, ha ricordato il diabetologo in una recente conferenza stampa a Milano: “Nel giro dei prossimi vent’anni in Italia il numero dei pazienti aumenterà del 50% e la ragione è semplice, cioè la modifica, in peggio, degli stili di vita”. In sintesi, gli italiani seguono un’alimentazione scorretta in cui grassi e zuccheri abbondano, fanno pochissimo movimento o non ne fanno per nulla. Nell’attesa che arrivino dalla ricerca soluzioni decisive per la cura del diabete, sarebbe necessario che la popolazione seguisse due regole d’oro che proprio la ricerca ha dimostrato essere fondamentali per tenere lontano il diabete o almeno le sue complicanze: mangiare in modo più equilibrato, variato e senza eccessi, e fare attività fisica regolare, in modo da evitare il rischio incombente del sovrappeso e dell’obesità. Perché da lì al diabete il passo è assai breve. “La riduzione di peso di dieci chili permette di ottenere un miglioramento del compenso glicemico inimmaginabile con i farmaci”, fa notare ancora Pontiroli, ricordando che un italiano adulto su tre è in sovrappeso e che il 13% dei bambini e adolescenti (“i più pigri d’Europa”) è già obeso. Terapia insulinica e farmacologica sono dunque irrinunciabili, ma vanno accompagnate da stili di vita saggi e bilanciati.
Non sarà, quello di Milano, il congresso che annuncerà la rivoluzione, “la sconfitta del diabete”, ma si sa che da anni la ricerca procede a piccoli passi, metodicamente, guadagnando posizioni e migliorando progressivamente le sue conoscenze e la sua capacità di individuare soluzioni per una migliore qualità della vita delle persone. Riflettori puntati, quindi, sullo studio delle complicanze e sulle patologie connesse al diabete: macroangiopatia, ipertensione, nefropatia, piede diabetico, a cui saranno dedicate le sessioni parallele della mattinata di giovedì 18 maggio.
Il pomeriggio del 18 sarà invece il momento di un simposio sulle “Nuove strategie per il controllo dell’iperglicemia” per capire che cosa c’è di nuovo dal punto di vista del trattamento terapeutico del problema. E si avrà la conferma che la ricerca è in continuo movimento: si parlerà infatti di insulino-sensibilizzanti, secretagoghi e incretine, analoghi dell’insulina e vie alternative per somministrare l’insulina (tra queste, per esempio, la nuova insulina polmonare da inalare, di cui ci parla diffusamente il professor Paolo Brunetti in questo stesso numero).
La dimensione internazionale del convegno della Sid è attestata, fra l’altro, anche dal simposio condotto in collaborazione con la Easd (European association for the study of diabetes), in programma sempre giovedì mattina: accanto a relatori italiani interverranno anche esperti provenienti da Stati Uniti d’America e Svezia e si parlerà delle “omiche” in diabetologia (ossia la genomica e le scienze biologiche affini, come la proteomica). Da diversi anni si discute delle promettenti potenzialità derivanti dallo studio di geni e proteine e i ricercatori continuano a indagare, perché, come dice il titolo di una delle relazioni, il rapporto tra farmacogenetica e diabete è “difficile, ma ineluttabile”. E atmosfera internazionale si respira anche nel simposio di venerdì mattina, organizzato insieme con la prestigiosa Ada, la  American diabetes association, sui “meccanismi molecolari e cellulari delle complicanze croniche del diabete”.
Tra gli altri simposi in calendario, ricordiamo quello sugli “Effetti del diabete sui tessuti negletti” cioè sulla cute o sul cavo orale o sull’apparato riproduttivo, quello sul “Danno beta-cellulare” (il giovedì), quello sulla “Prevenzione del diabete fra presente e futuro”, quello sulla “Diagnostica per immagini nel diabete” e quello sull’organo adiposo nella fisiologia e nella patologia (venerdì).
Da segnalare ancora, nel pomeriggio di venerdì, la serie di “Opinioni a confronto”, dibattiti in cui alcuni diabetologi discuteranno su tematiche ancora controverse, su cui cioè non vi è unanimità di consenso, cioè se esista oppure no la cosiddetta sindrome metabolica, se i carboidrati siano certamente dannosi o no, se sia utile lo screening della cardiopatia ischemica.
Tutti i temi inerenti al diabete saranno toccati nel corso delle giornate di studio, fra simposi, mini-simposi, letture magistrali, sessioni parallele. Da giovedì a sabato, quindi, saranno affrontati, oltre ai temi che abbiamo citato, questioni come le neoplasie nel diabete, le sostituzioni e d’organo, i disturbi psicocognitivi, la medicina molecolare; saranno approfonditi aspetti importanti di tematiche come l’educazione terapeutica, la gravidanza e il diabete gestazionale, l’immunologia, la terapia, gli aspetti clinici, quelli socio-sanitari ed epidemiologici, l’obesità, la genetica, il metabolismo e la fisiopatologia, la dislipidemia, la neuropatia e la microangiopatia, le complicanze oculari e microangiopatiche.
Sarà infine compito di Diabete Italia, la società costituita insieme da Sid e Amd, chiudere il XXI congresso, sabato mattina, con un simposio su “Lo stato del diabete in Italia”: una condizione che riguarda il 5% della popolazione e che tende a espandersi, ma che la diabetologia è in grado di descrivere e di affrontare con strumenti e conoscenze sempre più efficaci e accurati.