Yantse, Tibet, 4 settembre 2002

Gyantse, Tibet (3950 metri), 4 settembre 2002

Nuvole cumuliformi foriere di pioggia salutano in questo mattino ventoso il trasferimento del gruppo da Lhasa a Gyantse, posta a 250 chilometri in direzione sud-ovest rispetto alla capitale del Tibet. A bordo di jeep la nostra marcia di avvicinamento al campo base del Cho Oyu prosegue. Percorriamo la pista sterrata che conduce, dopo aver valicato due passi attorno ai 5000 metri di quota, a Gyantse, città fortificata che domina con il suo Dzong, rocca del XIV secolo, una pianura lussureggiante e rigogliosa di coltivazioni d’orzo. Esausti veniamo alloggiati presso l’ineludibile Gyantse Hotel: gestione cinese, cibo cinese, dagli ambienti impersonali ed asettici tipici dei “monumenti” veteromaoisti.
Mercoledì 5, giorno di sosta per migliorare l’acclimatamento, visitiamo il complesso monastico di Pelkor Chode comprendente il celeberrimo Kumbum, un chorten composto da quattro piani simmetrici sormontati da una cupola d’oro risalente al 1440 circa. Nel pomeriggio con il tempo sempre più instabile ci inerpichiamo sulla collina della fortezza di Dzong, teatro nel 1905, della resistenza armata tibetana contro la spedizione punitiva dell’esercito inglese a capo dell'”esploratore”, colonnello lord Francis Younghusband, condotta per ristabilire i rapporti dopo la violazione, da parte del Tibet, del trattato di commercio con l’India, allora protettorato di sua Maestà la Regina d’Inghilterra (come sempre la storia si ripete!). A dire la verità si inizia ad assaporare quel Tibet tanto desiderato ed immaginato dai sapori speziati e dalle atmosfere mistiche. Paolo Seraglio soffre da qualche giorno di una leggera bronchite prontamente curata dal nostro “pull” di accattivanti dottoresse, mentre più in generale si sta tutti bene a parte il respiro un po’ affannoso.

Marco Peruffo


Il gruppo a Khumbum


Giampaolo, Marco e Paola a Tashilumpo