La primavera è arrivata comunque. Non ha avuto bisogno di noi per fiorire.
Oggi c’è un vento freddo che fa sbattere le imposte e che si divertirebbe molto ad alzare le gonne, se ci fosse, in giro, qualche gonna da alzare. C’è il sole. Non ci dimenticheremo mai più di questa primavera che è esplosa senza di noi, con gli animali che si fanno avanti e riprendono possesso di quei luoghi, che normalmente, consideriamo nostri.
Non ce la dimenticheremo mai più questa primavera che vediamo dalla finestra, come se fosse un film. Non sono mai stati così chiari i rumori della natura là fuori. Della vita là fuori.
Chissà cosa saremo poi.
Dicono che non faccia bene pensare al futuro. Che mai, come ora, bisogna avere il coraggio e la pazienza di questo presente, collettivo, solitario, che non può essere paragonato a nulla, unico per forma, sostanza ed esperienza.
Bisogna star qui, dentro ad ogni minuto, ad ogni ora. Vederle scorrere, riempirle di significato, oppure svuotarle. Riscoprire il senso dell’ozio, del vuoto, del nulla.
Nonostante questo, voglio provare ad addentrarmi in quel domani con l’immaginazione, giusto per il tempo di questo articolo.
Voglio pensarmi e pensarci più in là, quando tutto questo sarà finito.
Sto pensando a Roberto e a tutti i volontari del progetto Serena. Quando tutto questo sarà finito, riprenderanno con l’addestramento dei cani allerta diabete.
Monica, Michela, Lorenzo e Asia potranno nuotare di nuovo in acque libere. Potranno sentire il mare o il lago sulla pelle, mentre se li conquistano a grandi bracciate.
Jennifer correrà, come una gazzella, tra le vie di Milano. E la seguiranno altre donne, tante donne, perché come si dice, “se vuoi andar veloce vai da solo, ma se vuoi andar lontano vai in compagnia”.
Quando tutto questo sarà finito Gianfranco organizzerà una nuova ultramaratona a Tappe, in Sardegna, nei suggestivi scenari della Gallura; Alessandro, invece, riprenderà in mano le sue amate bacchette, perché il nordic walking non si può fare sul terrazzo di casa.
Erica potrà tornare a organizzare i suoi fantastici viaggi alla scoperta dei giardini più belli d’Europa.
Andrea e Francesco saliranno di nuovo in sella alla loro bici e penseranno a tutti quei posti che ancora devono visitare. E ci andranno.
Valentina e tutti gli avventurieri di Diabete Sommerso potranno immergersi nuovamente in quel mondo sottomarino che tanto amano e accorgersi, per primi, che tutto è ancora lì, le meraviglie che si ricordavano, alle quali forse, se ne saranno aggiunte altre.
Jessica avrà pensato a una nuova idea, o a un nuovo libro.
Giorgia potrà di nuovo alzare lo sguardo in alto e tornare ad arrampicarsi fin lassù.
Samuele riprenderà ad allenarsi per una nuova maratona.
E Alessia tornerà a scuola.
E le vite di tutti riprenderanno.
Si andrà correndo verso le passioni, che per un po’ abbiamo dovuto abbandonare. Si andrà correndo verso la vita che conoscevamo. E da lì si potrà scegliere. Ci si potrà chiedere, in tutta coscienza, se vogliamo ritornare a quello che abbiamo lasciato o se vogliamo iniziare un nuovo capitolo.
Se è altro quello che ora ci chiama. Se altri siamo noi.
Saremo tutti cambiati. Quando tutto questo sarà finito, il cambiamento in noi sarà così chiaro e lampante che dovremmo dedicare un po’ di tempo davanti allo specchio per riconoscerci di nuovo.
Forse ci aiuterà in questo processo riabbracciare e baciare tutti coloro che amiamo e che ora possiamo vedere soltanto in videochiamata.
Quando tutto questo sarà finito, come sarà diverso il modo in cui stringeremo un altro corpo al nostro.
Patrizia Dall’Argine